Il 17 Novembre arriva nelle nostre sale Ti amo presidente: il biopic dedicato a Michelle Robins e Barack Obama, ovvero, ‘la coppia più bella del mondo’. Solo una settimana prima, il 9 Novembre 2016, quello stesso mondo si è fermato, pietrificato dallo stupore: contro ogni previsione, il successore di Obama alla Casa Bianca era il candidato repubblicano Donald Trump. Il miliardario dal riporto ardito, l’incarnato arancione, kitch, estremo, senza remore e forse anche senza vergogna, soprattutto nel campo delle dichiarazioni misogine o razziste. In molti davano la vittoria della pur non amatissima Hilary Clinton quasi per scontata, considerato il contendente. D’altronde nel 2008, alle primarie democratiche, era stata per Obama una temibile avversaria e in molti si aspettavano che nel 2016 i tempi fossero maturi per la prima donna alla presidenza degli Stati Uniti.
Il film Ti amo Presidente arriva allora in un clima quasi irreale. Chiuse le urne, decretato il vincitore, tutti hanno abbandonato i toni della campagna elettorale, una tra le più aspre nella storia. Obama si era schierato in modo netto a sostegno di Hilary, ma soprattutto contro Trump. Così la first lady, Michelle Obama. Ora, nel complesso rituale del passaggio di consegne, tutti si muovono con circospezione, misurando il più piccolo gesto.
Un dato resta interessante. A poche ore dall’annuncio della vittoria, esisteva già attraverso il web una sorta di grande mozione popolare: prima ancora che il nuovo presidente si insedi, l’hashtag #Michelle2020 invita Mrs. Obama a candidarsi per le prossime elezioni.
Il fascino di Michelle non risponde ai comuni standard di perfezione: piuttosto, ridefinisce quegli stessi standard. Come individui e come coppia, gli Obama hanno sedotto il mondo da molti punti di vista. Primo fra tutti, quello dello stile. Il film di Richard Tanne sceglie di raccontarli in un solo giorno: quello del loro primo appuntamento.
Barack e Michelle sono interpretati da Parker Sawyers e Tika Sumpter (anche produttrice del film). Il regista esordiente Richard Tanne desiderava da anni raccontare questa storia. “C’è qualcosa di speciale nel modo in cui il Presidente la first lady si guardano ed è qualcosa che abbiamo notato appena sono diventati famosi.” ha dichiaro “Il loro legame sembra autentico, profondo e vibrante. è una cosa rara, in particolare per delle personalità pubbliche.”
Il film di Tanne sceglie un punto di vista intelligente, anzi furbo: mostrare Michelle e Barack al centro della giovinezza, in quel momento irripetibile tra la fine del percorso universitario e l’inizio di un percorso di vita. Si tratta di un momento decisivo: nessuno dei due è pienamente felice, non hanno messo a fuoco gli obiettivi; sanno cosa è giusto, cosa vogliono, ma non sanno ancora come ottenerlo.
Nel film non c’è niente della coppia-icona, della vita ai massimi livelli del successo. Al contrario, c’è solo quel primo giorno. I dettagli dell’appuntamento erano già noti al grande pubblico. La stessa Michelle ha raccontato più volte questa storia: lei era il supervisore di Barack, stagista in uno studio legale; non riteneva opportuno accettare i suoi inviti. Per fortuna il ragazzo, già all’epoca, era oltremodo tenace.
Per conquistarla, Barack ha progettato una lunga giornata, che parte solo come un incontro tra amici. è un caldo giorno d’estate, siamo a Chicago nel 1989. Michelle non fa che ripetere che non si tratta di un appuntamento, quello che in inglese si dice “date”. Lui gioca tutte le sue carte. La passeggiata inizia con una mostra d’arte afro-americana. Finirà solo a notte inoltrata, dopo aver visto Fa’ la cosa giusta (Do the right thing) di Spike Lee. Di fronte al gelato al cioccolato, Michelle non può che cedere, iniziando la storia esemplare di un grande amore.
Per il regista Richard Tanne l’amore è uno specchio, ti mostra chi sei, ma soprattutto chi potresti essere. Quando è vero, ti spinge ad essere la migliore versione di te. Gli Obama sono i protagonisti di questa favola contemporanea, reale, solida, concreta. Peccato che il film, al contrario, sia una grande occasione mancata.
Date le premesse, non era facile ottenere un film non fosse banale e prevedibile. La scelta di raccontare una sola giornata è certo interessante. Ma il risultato è troppo lento, troppo parlato. In due parole: tremendamente televisivo.
In particolare, la figura di Michelle è davvero fuori fuoco. In questa storia, sembra solo una donna molto preoccupata dalle apparenze. Per tutto il tempo, parla solo dell’eventuale giudizio dei suoi colleghi. è una donna nera, sa che deve lavorare il doppio, e poi ancora il doppio per essere presa sul serio. Eppure, il personaggio di Ti amo Presidente risulta subito scontato, perfino caricaturale, molto lontano dal carisma della vera signora Obama.
Il nuovo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, può vantare una gloriosa serie di apparizioni cinematografiche. Tra queste, ci sono cameo in film come Mamma ho perso l’aereo 2 e Zoolander; ma anche in serie di culto come Willy il principe di Bel Air, La Tata e Sex and the city.
In questo momento, dove la realtà supera la più fervida immaginazione, speriamo che per Michelle e Barack Obama arrivi almeno l’offerta di un film più brillante.