La zona di interesse (The Zone of Interest) è un dramma anglo-polacco sugli orrori della Shoah firmato da Jonathan Glazer (Birth – Io sono Sean, 2004; Under the Skin, 2016). La zona di interesse (The Zone of Interest) ha vinto il premio Oscar 2024 per il miglior film straniero e quello per il miglior sonoro dopo essersi aggiudicato il Grand Prix della giuria al Festival di Cannes del 2023. La storia è tratta dall’omonimo romanzo di Martin Amis, scomparso il giorno stesso in cui il film veniva presentato in anteprima a Cannes 76. La pellicola di Glazer tenta di offrire una spiegazione alla cieca sopportazione della banalità del male.
DI COSA PARLA LA ZONA DI INTERESSE (THE ZONE OF INTEREST)?
Rudolf Höss (Christian Friedel), gerarca nazista, vive con la sua famiglia nell’area di “interesse”, che si estende per circa 25 miglia intorno al campo di concentramento di Auschwitz e di cui Höss è comandante. Mentre lavora per trovare nuovi e più veloci metodi allo “smaltimento” dei prigionieri ebrei, la moglie (Sandra Hüller) e i figli vivono tranquillamente la loro esistenza di fronte agli orrori del campo dì concentramento.
LO SGUARDO DI GLAZER SULL’OLOCAUSTO
Non ci saranno mai abbastanza sguardi per raccontare gli orrori di Auschwitz. Non ci saranno abbastanza versioni cinematografiche per restituirne la follia. Con La zona di interesse (The Zone of Interest) Glazer ci prova ancora, dopo i successi firmati da Spielberg (Schindler’s List, 1993), Benigni (La vita è bella, 1997) o Polański (Il pianista, 2002).
Glazer sceglie di concentrarsi sulla storia di Rudolf Höss (Christian Friedel), il gerarca noto per aver introdotto l’utilizzo del gas Zyklon B per facilitare le esecuzioni ad Auschwitz. Dopo il processo di Norimberga venne pubblicamente impiccato, convertendosi al cattolicesimo in punto di morte. Una vita paradossalmente fragile e debole o, come direbbe una filosofa del ‘900, inconsapevolmente banale.
LA ZONA DI INTERESSE (THE ZONE OF INTEREST): VIVERE VICINO AL MALE
Di questa orrida banalità La zona di interesse (The Zone of Interest) offre una panoramica ampia e perturbante. Höss vive dirimpetto ad Auschwitz, dove svolge il suo lavoro mortifero. Dell’ordinaria malvagità del campo di concentramento é spettatrice passiva l’intera famiglia. Prima fra tutte la moglie di Höss, interpretata dalla splendida Sandra Hüller, già apprezzatissima qualche anno fa in Vi Presento Tony Erdmann e presente agli Oscar 2024 anche come protagonista di Anatomia di una caduta, vincitore per la statuetta alla miglior sceneggiatura originale.
LO SGUARDO PARA-DOCUMENTARIO DI LA ZONA DI INTERESSE (THE ZONE OF INTEREST)
Glazer osserva le dinamiche della famiglia con gli occhi di un documentarista. Il film è stato girato ad Auschwitz, e lo scenografo Chris Oddy ha ricostruito fedelmente l’abitazione di Höss. Per La zona di interesse (The Zone of Interest), Glazer sceglie come direttore della fotografia il polacco Łukasz Żal, che aveva già lavorato su due piccoli capolavori: Loving Vincent, primo film interamente dipinto su tela del 2017 e I’m thinking of ending this (2020), scritto e diretto da Charlie Kaufman. Nella location riprodotta da Oddy, Żal piazza dieci telcamere comandate da remoto, mentre i protagonisti si muovono liberamente sul set.
LA VITA GRIGIA E LA CECITÀ AL MALE
La zona di interesse (The Zone of Interest) diventa banalmente reale anche per questo motivo. Gli attori vivono nella casa dei personaggi che interpretano, non su un set. Vivono gli ordinari ritmi della vita da salotto e da giardino, mentre sullo sfondo, oltre un muro, si stagliano capannoni e fumi di morte. A riscatto di un’umanità silente, le scene notturne in negativo ritraggono una donna nascondere frutta nel campo di concentramento, lontano dagli sguardi dei nazisti. Sullo sfondo, la voce di Höss racconta la storia (tutta tedesca) di Hänsel e Gretel, della perfida strega bruciata nel forno e che nella cornice tematica del film di Glazer suona vagamente familiare.
QUAL È IL SIGNIFICATO DE LA ZONA DI INTERESSE (THE ZONE OF INTEREST): DISTOGLIMENTO E DISTORSIONE
La zona di interesse (The Zone of Interest) non è una condanna a Höss, che ha già vissuto il proprio tragico destino, ma è un’opera imbevuta di uno strano surrealismo che racconta della cecità morale. Lo sguardo di Glazer non si posa sugli esecutori materiali dei crimini dell’olocausto, del cui ruolo siamo ampiamente consapevoli, ma sul collasso morale del popolo tedesco. L’assurdo che si fa ordinario, l’impossibile che si rende possibile, il male radicale che è annullato da uno sguardo distolto, e non distorto. Questa è la differenza tra chi esegue e chi assiste inerme, tra i gerarchi e il popolo.
Pagine su pagine sono state scritte sulla Shoah e ancora oggi ci chiediamo come sia stato possibile. Glazer risponde con La zona di interesse (The Zone of Interest), inscenando l’atrofizzazione del pensiero e della morale. Una rimozione collettiva impensabile che supera di gran lunga ogni immaginario cinematografico. Le ultime scene documentarie del film ci lasciano con una domanda etica di non poco conto: se l’esposizione continua al male rischi di renderlo di una familiarità distorta, distolta e perturbante.