Anni Sessanta. Due famiglie abitano in due villette a schiera uguali e contigue. I rispettivi giardini sono separati da una siepe ma i loro bambini hanno provveduto anche lì a creare un “passaggio segreto” per i loro giochi e unire ancor più i territori abitativi dei due nuclei familiari. Alice e Céline si piacciono e sono diventate molto amiche, così come i loro figli che stanno crescendo insieme con la presenza di due figure femminili complementari. Theo e Maxime, i due bimbi non ancora in età scolare, così come Alice e Céline, condividono gli spazi ma anche molto del loro tempo.
Le due donne si fidano ciecamente l’una dell’altra, allo stesso modo dei loro mariti, coinvolti pian piano in piacevoli frequentazioni sempre più assidue e in un rapporto di reciproca fiducia. Tutto ciò fino al giorno in cui, come spesso capitava reciprocamente, Céline lascia suo figlio Maxime a giocare con Theo in casa di Alice. Mentre i due bambini giocano in cameretta al primo piano ed Alice è intenta a sfaccendare nelle stanze del piano terra, forse una tragica fatalità, forse l’incoscienza o l’incapacità infantile di demarcare e valutare il pericolo, fa sì che il figlio di Céline cada dalla finestra e muoia. Da quel momento tra le due donne si innescheranno meccanismi di risentimento e diffidenza che porteranno Céline a comportamenti apparentemente di “ritorsione” nei confronti del figlio di Alice, sebbene per una strana circostanza sarà proprio la donna a salvare Theo da un’altra possibile caduta dalla finestra della sua casa. Ma anche questo non basterà a placare le paure di Alice e la sua diffidenza che pian piano diventerà una vera e propria inquietudine per i comportamenti dell’ex amica nei confronti del suo bambino.
DOPPIO SOSPETTO: UN DRAMMA PSICOLOGICO A TINTE GIALLE NEL SOLCO DI HITCHCOCK
Sarà tutto o in parte vero, oppure, come ne è convinto il marito, è semplicemente una percezione ossessiva, per quanto non corrispondente alla realtà, da parte ci Alice? È quanto cercherà di indagare Doppio sospetto (titolo originale Duelles), il film del regista belga Olivier Masset-Depasse (al suo terzo lungometraggio) ora disponibile in home video CG Entertainment e Teodora Film nonché in streaming su CG Digital. Dopo Illégal, accolto con favore di critica, il cineasta era atteso alla riconferma e non ha deluso le aspettative. La sua macchina da presa è sempre molto attenta a cogliere particolari che seminano sassolini per guidare lo spettatore a venire a capo della verità, anche se fino al termine dei 137 minuti non si sa se traccino una vera strada o se depistino. Da questo punto di vista il rimando a Hitchcock non è, con la dovuta riverenza, troppo azzardato. La costruzione del regista belga infatti tratteggia azioni e personaggi con un misto di detto e non detto che contribuisce a delineare la loro psicologia ma anche una dinamica complessa nei confronti del dramma. Un dramma che è la molla che fa scattare sensi di colpa, rimorsi, rimpianti e istinti non sempre nobili che si capiranno nella loro chiarezza in un finale originale e inaspettato, dove si tenta la missione impossibile di mettere insieme più vuoti nella vana speranza di ripristinare un “pieno”.
A rendere tutto credibile il cast, a cominciare da Anne Coesens, attrice già scelta in altri suoi lavori dal regista belga. E ancora Mehdi Nebbou, Arieh Worthalter, Jules Lefebvres, Luan Adam e Annick Blancheteau che pur essendo in scena non di frequente, risulterà una figura importante nelle pieghe della storia e che ha reso bene questa funzione e questo ruolo con una buona interpretazione. Ma una citazione particolare va all’altra protagonista Veerle Baetens, di cui non si può non ricordare la performance in Alabama Monroe – una storia d’amore, film di un altro regista belga, Felix Van Groeningen, che nel 2014 contese fino all’ultimo l’Oscar per il miglior film straniero a La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, grazie anche all’indimenticabile interpretazione della Baetens.