Storia di un Matrimonio (titolo originale Marriage Story), presentato in concorso al Festival di Venezia, prodotto da Netflix e disponibile in streaming dal 6 novembre, è il punto di arrivo di un percorso cominciato 14 anni fa con Il Camaro e La Balena. Noah Baumbach mette in scena un film classico, che racconta l’assurda odissea del divorzio, la fatica di essere padre a 5000 chilometri di distanza dal proprio figlio, le lotte in punta di fioretto fra avvocati e l’impossibilità, talvolta, di conciliare il lavoro con una carriera.
Charlie (Adam Driver) e Nicole (Scarlett Johansson) sono una coppia newyorkese di successo, nella vita personale e lavorativa: lui è un celebrato regista teatrale d’avanguardia, lei la sua musa da diversi anni. I due vivono nella Grande Mela con il figlio Henry (Azhy Robertson), passano le serate in compagnia dei propri amici intellettuali e sembrano avere un rapporto perfetto. La coppia però ha deciso di separarsi e Nicole è tornata a vivere a Los Angeles con la madre e il figlio, mentre Charlie è rimasto a New York per lavorare al suo esordio a Broadway.
MARRIAGE STORY E LA FINE DI UN RAPPORTO PERFETTO SECONDO NOAH BAUMBACH
In una scena – anzi un fotogramma – di Storia di un Matrimonio vediamo Charlie che mostra un piccolo poster, una locandina di Scene da un Matrimonio, ovvero uno dei più bei film di Ingmar Bergman – spesso rappresentato anche a teatro -. Il punto di partenza del film di Baumbach è simile a quello di Bergman: una coppia felice si sta lasciando e noi non riusciamo a capirne la ragione, specialmente perché all’inizio di Marriage Story vediamo un lungo montaggio – una versione “estesa” dei due trailer – nel quale i due coniugi raccontano tutte le piccole cose cha amano l’uno dell’altra.
Marriage Story non è infatti un film sul divorzio in senso “assoluto”, quanto piuttosto un ragionamento sui motivi che possono verosimilmente portare una coppia che si ama a separarsi:. l’orgoglio e l’egocentrismo di Charlie, le sacrosante ambizioni di Nicole che vuole vivere a L.A. – la città del cinema e della televisione – e non a New York – la città del teatro – o persino il modo diverso che hanno i genitori di dormire con il figlio.
Ciò che indebolisce la fortissima unione fra i due protagonisti sono, a conti fatti, i fattori esterni: le carriere, le amicizie, la famiglia e le ambizioni. Nel modo in cui si guardano e confrontano Charlie e Nicole (interpretati più che magistralmente da Adam Driver e Scarlett Johansson), nei loro piccoli gesti e nelle attenzioni che rivolgono a Henry intravediamo la loro tristezza e il grande dispiacere che provano nel doversi separare.
DA IL CALAMARO E LA BALENA A STORIA DI UN MATRIMONIO
Il Calamaro e La Balena (The Squid and The Whale) è, per ammissione dello stesso Baumbach, la storia del divorzio dei propri genitori. La coppia che si separa in quel film è composta da Bernard (Jeff Daniels) e Joan (Laura Linney); lui ex scrittore di successo, lei novella autrice di successo. Joan non sopporta l’ego del marito, il marito non sopporta il successo della moglie. A pagarne le conseguenze, in quel caso, erano i due figli.
Dopo quattordici anni e diversi film, il regista di Brooklyn torna a raccontare la propria vita, mettendo in scena una “rilettura” del proprio divorzio con Jennifer Jason Leigh, dolorosissimo e terminato nel 2013. Charlie è lui, Nicole è Jennifer. Il racconto è sbilanciato verso il punto di vista di Charlie, al quale vengono date più scene – sia in termini di minutaggio che di centralità nella narrazione – rispetto al personaggio interpretato da Scarlett Johansson. Eppure entrambi credono di avere ragione e cercano dunque di “correggersi” – per citare il libro di Jonathan Franzen – a vicenda, di risolvere i propri problemi per poter allungare il rapporto e salvarlo da una fine certa.
NOAH BAUMBACH HA REALIZZATO FINALMENTE IL SUO CAPOLAVORO
Tutto ciò viene raccontato da Baumbach in uno splendido film “di interni”, di impostazione teatrale, ambientato in 3-4 ambienti diversi e dove la scenografia (al pari del bellissimo commento orchestrale di Randy Newman) gioca un ruolo importantissimo. Basti pensare a una scena – sulla carta molto semplice e ordinaria – in cui Charlie sale le scale di una casa e davanti a lui si chiudono all’unisono un paio di porte. È nel movimento che fa Adam Driver con le spalle, negli occhi di Scarlett Johansson quando parla del marito o anche nelle sfide retoriche – e attoriali – fra Ray Liotta e Laura Dern che sta la bellezza e la grandezza di Storia di un Matrimonio.
C’è tutto quello che a Baumbach riesce meglio: l’umorismo “alleniano”, i tempi comici perfetti e la capacità di raccontare con i gesti ogni piccola emozione; il tutto è sublimato dalle performance dei due eccellenti protagonisti – è lecito pensare a due nomination ai prossimi Academy, nonostante il film sia di Netflix. Storia di un Matrimonio racconta una storia ben precisa, eppure riesce a parlare a tutti, facendoci riflettere sulle relazioni personali e quanto sia faticoso – a volte – restare insieme.