Un gioco da ragazzi – Monos è stato presentato in anteprima italiana al Biografilm Festival di Bologna dopo il successo di critica e pubblico al Sundance e Berlinale. Nel 2016 Alejando Landes (regista e sceneggiatore del film) presentò l’opera come un libero adattamento de Il Signore delle Mosche di William Golding, uno dei romanzi più importanti del secolo scorso. Un gioco da ragazzi – Monos racconta infatti di sette adolescenti che vivono senza adulti e senza capi sulla cima di una montagna in Colombia e che si occupano di sorvegliare un ostaggio: la Dottoressa americana Sara Watson (Julianne Nicholson). Lavorano per conto di una associazione paramilitare chiamata “l’Organizzazione”, che periodicamente invia un emissario – una sorta di sergente Hartman interpretato da Moises Arias – che si occupa di allenare e di temprare i ragazzi.
Il film di Landes ha diversi pregi. In primo luogo, gli splendidi paesaggi nei quali è ambientato. La pellicola è stata infatti girata nel parco naturale di Chingaza in Colombia, un bellissimo luogo incontaminato che già da subito ci cala nell’atmosfera bucolica del film. Gli adolescenti si muovono nel fango, nell’erba non tagliata, proteggendosi dalla pioggia nascondendosi nelle grotte naturali e nutrendosi dei pochi animali che passano da lì. Presumibilmente sono lì da tanto e sono stati cresciuti come selvaggi.
E sono bravissimi i giovani attori protagonisti del film: carismatici, uniti, spontanei. Un gioco da ragazzi – Monos vuole raccontare una forma di squadrismo bellico che il gruppetto di adolescenti rende benissimo. Rambo, Lobo, Leidi, Sueca, Pitufo, Perro e Boom Boom – i soprannomi dei personaggi – sono davvero la cosa più bella dell’opera di Landes. Tramite i loro discorsi e le loro effusioni amorose – incoraggiate dal sergente – entriamo nell’atmosfera onirica e fuori dal tempo nella quale questa tribù vive. Sono tutti pronti a morire l’uno per l’altra e soprattutto per L’Organizzazione, la quale è per i ragazzi quello che per i fedeli è dio. Quando il film si limita a raccontare la vita dei ragazzi e il loro rapporto con la natura, Monos è davvero divertente.
L’opera di Landes nella prima parte sembra poter essere un film incredibile, un thriller che sta a metà fra il cinema contemplativo di Malick e Apocalypse Now (c’è anche una lunga sequenza ambientata in un fiume che ricorda molto l’opera di Coppola). Il problema è che il copione, dopo l’incipit, procede per cliché e per situazioni che abbiamo già visto troppe volte. Ci si aspetta che certi eventi succedano e puntualmente accadono; non sorprende mai, purtroppo. La seconda metà del film, quella che dovrebbe raccogliere i semi piantati nei primi 45 minuti, è infatti piuttosto piatta, nonostante sia girata benissimo dal regista. In questo senso Un gioco da ragazzi – Monos è un film che lascia a desiderare, eppure i pregi sono tali da farci dire che senza dubbio quello di Alejando Landes è un nome che risentiremo presto.