Il 2017 si è appena concluso ed è arrivato il momento delle pagelle. Quello appena trascorso è stato un anno straordinariamente ricco da un punto di vista cinematografico (ne è conferma la difficoltà che abbiamo avuto nello stilare la classifica dei migliori 20 film del 2017, che troverete presto su queste pagine), ma non c’è dubbio che alcuni cineasti ne siano usciti meglio di altri. Abbiamo provato a individuarne 5 in particolare, per i quali l’anno passato ha rappresentato un momento fondamentale della carriera.
GUILLERMO DEL TORO
Il grande regista messicano con un debole per i mostri ha sempre mantenuto un altissimo livello nella propria produzione cinematografica, guadagnandosi un saldo posto nei cuori dei cinefili. Nonostante questo, sembrava quasi che non potesse più girare un film: nell’arco di pochi anni Guillermo Del Toro ha dovuto abbandonare Lo Hobbit (vedendo quasi tutto il proprio lavoro creativo cestinato da Jackson), ha dovuto lasciare Justice League Dark della DC perché stava finendo per sovrapporsi a Pacific Rim 2, ma poi i ritardi sesquipedali della produzione lo hanno escluso anche da quel progetto. Nel frattempo ha visto sfumare ogni possibilità di girare un terzo capitolo di Hellboy, ha visto sfuggire di mano lo show Amazon Carnival Row e ha dovuto iniziare a fare i conti con l’impossibilità di trovare un budget per il suo Pinocchio. Quando tutto sembrava perduto, ha lavorato ‘gratis’ per girare quello che è diventato il suo capolavoro: The Shape of Water (leggi la recensione). Un’intensa storia di amore e diversità che ha ricordato a tutti la grandezza di un autore mai abbastanza celebrato, addirittura consacrata dal Leone d’Oro alla 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il 2017 è un anno che difficilmente dimenticherà.
DENIS VILLENEUVE
Se con il suo meraviglioso Arrival (leggi la recensione), presentato a Venezia nel 2016 ma arrivato nel 2017 nelle nostre sale (e soprattutto sul mercato asiatico, dove ha registrato incassi importanti), aveva rivendicato una visione autoriale della fantascienza che univa Spielberg, Malick e il Coppola di Un’Altra Giovinezza, con Blade Runner 2049 (leggi la recensione) il regista canadese ha stupito il mondo intero.
I sequel, prequel, spinoff e reboot sono una piaga che affligge il cinema contemporaneo e fagocita lo spazio che invece vorremmo veder dedicato a idee innovative, ma comprendendo l’essenza profonda del primo Blade Runner per poi sussumerla e superarla, Denis Villeneuve realizza un’opera straordinariamente ambiziosa e profonda, nonché uno dei film visivamente più memorabili della storia del cinema.
Il 2017 per Villeneuve è stato un anno straordinario anche perché il successo dei suoi due ultimi film ha convinto i distributori di tutto il mondo a rilasciare direct-to-home altri grandi lavori del cineasta (da Polytecnique a Enemy, passando per La Donna che Canta) che su molti mercati internazionali erano ancora inediti, aiutando i cinefili di tutto il mondo a scoprire questo grandissimo autore.
LUCA GUADAGNINO
Un grandissimo talento da sempre immotivatamente snobbato in Italia, forse per un provincialismo che non gli perdona quel Melissa P. con cui nel 2005 incassò 7 milioni di € partendo da un successo editoriale non certo indimenticabile. Dal successivo Io Sono l’Amore però Guadagnino ha iniziato una scalata internazionale che l’ha portato ad essere sempre più celebrato nei più importanti contesti internazionali; a distinguersi nei festival più prestigiosi e nei premi più ambiti.
Una scalata che in questo 2017 trova un successo senza precedenti nel suo Chiamami Col Tuo Nome (uscirà il 25 gennaio in Italia), una pellicola delicata e straordinariamente intensa che è finita in cima alle classifiche di ogni critico che conti, e che, forte di un palmares in continua crescita, finalmente costringerà il pubblico italiano ad accorgersi di uno dei suoi autori più apprezzati al mondo.
Luca Guadagnino è il nome da cui ogni cinefilo di qualsiasi parte del mondo non può prescindere in questo 2017 così artisticamente felice.
PATTY JENKINS
Nonostante il suo apprezzatissimo primo corto – premiato al festival indie di Telluride – fosse stato subito seguito da un notevole debutto al lungometraggio – Monster venne premiato agli Independent Spirit Award come miglior film e valse l’Oscar e il Golden Globe a Charlize Theron – la carriera di Patty Jenkins sembrava ormai relegata principalmente alla direzione di singoli episodi di produzioni televisive spesso nemmeno troppo prestigiose. E invece, messa dalla Warner alla guida di Wonder Woman, la regista e sceneggiatrice californiana è riuscita a realizzare un cinecomic magnificamente bilanciato tra epica ed ironia, a dimostrare che una protagonista donna può far mangiare la polvere a molti supereroi del ‘sesso forte’, a conseguire incassi record e a indicare la direzione in un DCEU che da sempre ha problemi nel trovare un proprio tono che metta d’accordo critica e pubblico.
Tutti meriti che, con il contratto da 8 milioni di dollari siglato per il futuro sequel di Wonder Woman, ne hanno fatto la regista donna più pagata nella storia del cinema. Un 2017 niente male per un’autrice il cui ultimo lavoro era un pilot rifiutato dalla ABC e convertito in film TV.
SYDNEY SIBILIA
Il mercato italiano non è terreno fertile per le novità, si sa, e quando nel 2014 il regista e sceneggiatore romano Sydney Sibilia aveva esordito dietro la macchina da presa, Smetto Quando Voglio (pur forte di un buono script che era sostanzialmente un rip-off comico del soggetto di Breaking Bad) sembrava poco più che una felice eccezione in un panorama tricolore già saturo di commedie.
Quello che però ha fatto Sibilia in questo 2017 ha segnato la storia del cinema italiano, sia a livello produttivo che di contenuti: portare a termine una trilogia (con il secondo e il terzo capitolo in sala a distanza di pochi mesi) è di per sé un traguardo ragguardevole, ma farlo con un livello qualitativo sempre crescente e riuscendo a rendere credibile in un’ambientazione romana il modello dell’action comedy statunitense è un risultato difficilissimo da conseguire.
Il 2017 è l’anno in cui Sydney Sibilia ha dimostrato senza più alcun dubbio il proprio grandissimo talento di regista, sceneggiatore e produttore capace di confezionare un cinema di intrattenimento per il grande pubblico senza rinunciare a una grande qualità. Non vediamo l’ora di scoprire il suo prossimo progetto.
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