Tutti ci aspettavamo i fuochi d’artificio da The Night Manager, soprattutto dopo un primo episodio molto convincente (ne abbiamo parlato anche qui); ecco perchè, a malincuore, dispiace ancora di più dire che lo show co-prodotto dalla BBC e da AMC, in onda in Italia su Sky dal 20 aprile, alla fine non è nient’altro che uno sceneggiato televisivo ordinario e piuttosto convenzionale, molto lontano da ciò che il pilot ci aveva fatto supporre e sperare. È un vero peccato perchè il soggetto di partenza era intrigante e, con quel cast e con Susanne Bier alla regia, si poteva davvero tirare fuori qualcosa di assolutamente avvincente ed indimenticabile.
La miniserie si limita a raccontare una canonica storia di spionaggio, che non aggiunge nulla di nuovo al genere.
The Night Manager, in fin dei conti, ha una trama semplice (spoiler): Jonathan Pine (Tom Hiddleston, candidato numero uno al ruolo di prossimo James Bond), ex soldato e collaboratore dei servizi segreti britannici, è un direttore d’albergo che lavora al Cairo e si innamora di un’agente in incognito di nome Sophie che gli passa informazioni su un certo Richard Rope (Hugh Laurie), trafficante di armi inglese che fa affari anche con membri della CIA e dell’MI6. Dopo aver saputo del passaggio di queste informazioni, Roper ordina l’uccisione della donna e Pine, accecato dalla vendetta, accetta di collaborare con Angela Barr (Olivia Colman), operativa in un’agenzia che lavora con i servizi britannici e che vuole incastrare Roper per il suo operato. Da lì in poi il “direttore di notte” farà di tutto per entrare nelle grazie di Roper per infiltrarsi nella sua associazione a delinquere e grazie anche all’aiuto della compagna del trafficante Jed (una bellissima Elizabeth Debicki), amante del nostro eroe, Pine riuscirà a mandare a monte tutti i suoi traffici e a farlo arrestare.
Considerazione personale: metterei la firma (anche col sangue, se necessario) se le fiction Rai e Mediaset potessero avere la stessa qualità di The Night Manager! Pur con tutti i suoi difetti, alla fine si tratta di un buon prodotto (a differenza di quelli nostrani) che svolge in maniera onesta il suo compito principale, quello di intrattenere.
Semplicemente il grosso problema della miniserie BBC/AMC è la sceneggiatura, non all’altezza delle (enormi) aspettative iniziali.
Sarà che il formato da soli sei episodi abbia penalizzato fortemente il risultato finale (con qualche puntata in più lo show sarebbe probabilmente risultato più convincente) ma ci sono troppe forzature e troppe incongruenze in fase di scrittura: ad esempio, non è possibile dipingere un personaggio come Richard Roper come un uomo brillante, scrupoloso ed estremamente prudente quando poi, nel corso delle puntate, vediamo Pine avvicinarglisi facilmente (in una maniera assolutamente non credibile) e gabbarlo manco fosse lo scemo del villaggio; il loro rapporto è il punto focale della miniserie, non meritava un trattamento così sciatto e semplicistico. Inoltre, nonostante il ritmo narrativo sia buono, manca una cosa assolutamente necessaria per una spy story di questo tipo, ovvero la suspence (e qui il confronto con l’altra miniserie importante attualmente in onda, 11.22.63 di Hulu, è impietoso); non c’è vera tensione, non riusciamo a immedesimarci totalmente nei personaggi e lo spettatore, già in partenza, può intuire quello che succederà e come andranno a finire le situazioni che si creeranno.
Questo però non ci impedisce di evidenziare i pregi di The Night Manager, che sono indubbiamente Susanne Bier e le prove attoriali del cast:
- con una sceneggiatura tutt’altro che perfetta, non deve essere stato semplice il compito della Bier dietro la macchina da presa ma, grazie alla sua bravura ed alla sua esperienza, è riuscita a colmare molte delle lacune di scrittura con un grande lavoro di regia (tra le altre cose, il pubblico maschile e femminile gradirà molto alcune inquadrature rispettivamente della Debicki e di Hiddleston…);
- Hiddleston e Laurie, ovviamente, sono i grandi protagonisti dello show (e, nonostante il personaggio di Roper sia sostanzialmente un imbecille, il character è comunque più interessante di quello del buon Tom quindi sì, Dottor House vince il confronto con Loki) ma al loro fianco non sfigurano nè la Colman nè la Debicki, entrambe molto brave.
Se The Night Manager fosse uscito 15 anni fa, avremmo gridato al miracolo: questo per dirvi come, in questi anni, i livelli della serialità televisiva contemporanea si siano alzati in maniera esponenziale. Con tutte le serie di qualità che ci sono in circolazione oggi un prodotto come questo, seppur interessante e godibile, non riesce a spiccare sopra gli altri sembrando, se facciamo il confronto, quasi deludente.