“Il lavoro è una grande distrazione. Se non stessi girando, me ne starei seduto a casa all’idea di quanto sia terribile la vita”. In questa frase c’è tutto Woody Allen: è risaputo che uno dei più importanti autori cinematografici viventi sia un formidabile stakanovista (in più di cinquant’anni di carriera ha diretto la bellezza di 47 pellicole). Il grande regista e sceneggiatore newyorkese non ci delude neanche in questo 2017: la sua ultima fatica, La Ruota delle Meraviglie (titolo originale Wonder Wheel), uscirà infatti nelle sale italiane il 14 dicembre distribuita da Lucky Red.
UNA STORIA DI AMORE E TRADIMENTI AMBIENTATA NEGLI ANNI ‘50
A Coney Island, tra spiagge e luna park, si intrecciano le vicende di quattro personaggi: Ginny (Kate Winslet) è un’ex attrice di mezz’età che, per guadagnare da vivere, lavora come cameriera in una tavola calda. La donna ha un figlio problematico e un rapporto matrimoniale infelice con Humpty (Jim Belushi), un rozzo gestore di giostre. Un giorno Ginny conosce Mickey (Justin Timberlake), un bagnino di bell’aspetto che sogna di diventare uno scrittore. Tra i due scatta la passione ma Carolina (Juno Temple), la figlia di Humpty che ritrova il padre dopo tanti anni perché in fuga da pericolosi gangster, rovinerà il loro idillio d’amore.
ALLEN CONFEZIONA UNA DRAMEDY DAL SAPORE NOSTALGICO
Dopo Café Society e la serie TV Crisis in Six Scenes, Woody Allen ripropone un prodotto audiovisivo dall’ambientazione non contemporanea che consolida il suo sodalizio artistico con gli Amazon Studios, sempre più influenti nel panorama cinematografico statunitense. La Ruota delle Meraviglie è un film legato ad alcuni ricordi di infanzia del cineasta americano (non è un caso che il personaggio del figlio di Ginny, un bambino piromane amante del cinema, ricordi molto Allen) e questo particolare amplifica la natura nostalgica dell’opera. In realtà la pellicola ci mette un pò a ingranare perché nella parte iniziale, nonostante la splendida fotografia di Vittorio Storaro (alla seconda collaborazione con il regista) e la bravura degli interpreti (anche se Justin Timberlake non sempre è all’altezza della situazione), La Ruota delle Meraviglie ha un canovaccio troppo classico, caratterizzato da una eccessiva verbosità dei dialoghi che sfociano, in alcune occasioni, nel didascalico. Nel momento però in cui ci troviamo di fronte alla svolta narrativa più importante (l’incontro casuale tra Mickey e Carolina), il film si evolve prendendo una piega decisamente più convincente e moderna, soprattutto grazie all’ottimo mix tra dramma e commedia che regala al lungometraggio una marcia in più.
KATE WINSLET INTERPRETA UN PERSONAGGIO STRAORDINARIAMENTE UMANO
Nel cinema di oggi i modelli femminili forti, determinati ed estremamente emancipati, in grado di tenere testa agli uomini per raggiungere i propri obiettivi nella vita, rappresentano ormai la norma ma Woody Allen, andando controcorrente rispetto al trend generale, mette in scena in maniera quasi provocatoria una protagonista che non ha nulla di straordinario: il personaggio di Ginny, interpretata dalla meravigliosa Kate Winslet, è una donna frustrata, nevrotica e contraddittoria che, pur di assecondare i suoi desideri, è disposta anche a fare del male alle persone che le stanno vicino. Il comportamento del main character può essere accostabile a quello di una vera e propria antieroina ma proprio per questo motivo la sua figura, malgrado i difetti caratteriali, spicca per umanità e realismo, rendendola interessante agli occhi del pubblico che, pur non condividendo le sue scelte, ne comprendono la logica.
Il finale, dal retrogusto amaro, conferma ancora una volta (come se ce ne fosse ancora bisogno) la grandezza di un autore come Woody Allen: anche se siamo lontani da capolavori come Io e Annie e Manhattan, il suo tocco è riconoscibile in ogni fotogramma. La Ruota delle Meraviglie sarà anche poco originale ma è un prodotto che si distingue dalla massa e merita di far parte della prestigiosa filmografia del geniale regista.